In questi giorni assistiamo a una guerra altamente sofisticata quanto sporca per incatenare e mettere al guinzaglio l'Orso russo. Non ultima la pagliacciata di Obama con la complicità esplicita del gesuita Bergoglio che si recò appositamente a Cuba per cercare di ripianare il conflitto cubo-americano attraverso quella che i media chiamano la "tela diplomatica". A che pro? Lui certamente lo sa, visto che frequenta le premiate scuderie mondialiste. Ora Obama si picca di voler portare pace, ma intanto allarga l'Impero fino a Cuba."Todos Somos Americanos - declama trionfalmente in tv. E poi "Oggi l’America sceglie di tagliare i legami con le catene del passato. Per il popolo cubano, per il popolo americano e per il mondo".
In realtà gli premeva sapere se nell'isola rimanevano residuati filo russi, tenuto conto che in passato ai tempi della Guerra Fredda Cuba fu la piattaforma di lancio dei missili sovietici. E di allargare il mercato anche a Cuba con contractor, multinazionali, finanziarie ecc. Quando si parla troppo di pace (e Obama lo fa ogni due per tre oltre ad aver preso un Nobel "preventivo" al riguardo) di solito rullano i tamburi di guerra.
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| Conferenza in diretta tra Obama e Raul Castro |
Di converso, colpisce la lucidità e l'alto livello di consapevolezza di Putin mostrata nella conferenza stampa di fine anno, e ha perfettamente ragione di dire che sono i democraticissimi americani che in realtà vogliono erigere nuovi muri con l'aiuto della stolta Ue.
Sulla sua volontà di aprirsi al cosiddetto "occidente" non ci sono dubbi: ha presenziato a Pratica di Mare con Berlusconi alla conferenza sulla sicurezza, ha partecipato con Bush e il presidente cinese al raduno dell'antiterrorismo l'indomani dell'11 settembre (tutti lo ricorderete col kimono accanto ai due presidenti). In cambio cosa ha ottenuto?
L'infiltrazione terrorista da parte dell'occidente al teatro Dubrovka di Mosca tra il 23 e il 26 settembre del 2002 con le famigerate donne in nero pronte a farsi esplodere. Inoltre come non ricordare l'orrenda strage di Beslan fra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord, una repubblica autonoma nella regione del Caucaso nella federazione russa, allorché un gruppo di 32 ribelli fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l'edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini? Tre giorni dopo, quando le forze speciali russe fecero irruzione, fu l'inizio di un massacro che causò la morte di centinaia di persone, fra le quali 186 bambini, ed oltre 700 feriti. Provate un po' a indovinare chi c'era dietro a questo esecrabile attentato non inferiore a quello dell'11 settembre? E chi li infiltra questi islamisti allo scopo di "destabilizzare"? Sempre i grandi artefici della dottrina del "caos strutturato" e delle loro famigerate ong.
Putin ha cercato solo di difendersi, di difendere la sua nazione, il suo popolo e il suo operato. E lo ha fatto anche durante l'incursione georgiana in Ossezia del Sud nell'estate del 2008 quando ci furono gli sconfinamenti a colpi di bombe, da parte dell'allora premier georgiano Saakasvihili (formatosi alla scuola di Washington).
Sulla sua volontà di aprirsi al cosiddetto "occidente" non ci sono dubbi: ha presenziato a Pratica di Mare con Berlusconi alla conferenza sulla sicurezza, ha partecipato con Bush e il presidente cinese al raduno dell'antiterrorismo l'indomani dell'11 settembre (tutti lo ricorderete col kimono accanto ai due presidenti). In cambio cosa ha ottenuto?
L'infiltrazione terrorista da parte dell'occidente al teatro Dubrovka di Mosca tra il 23 e il 26 settembre del 2002 con le famigerate donne in nero pronte a farsi esplodere. Inoltre come non ricordare l'orrenda strage di Beslan fra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord, una repubblica autonoma nella regione del Caucaso nella federazione russa, allorché un gruppo di 32 ribelli fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l'edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini? Tre giorni dopo, quando le forze speciali russe fecero irruzione, fu l'inizio di un massacro che causò la morte di centinaia di persone, fra le quali 186 bambini, ed oltre 700 feriti. Provate un po' a indovinare chi c'era dietro a questo esecrabile attentato non inferiore a quello dell'11 settembre? E chi li infiltra questi islamisti allo scopo di "destabilizzare"? Sempre i grandi artefici della dottrina del "caos strutturato" e delle loro famigerate ong.
Putin ha cercato solo di difendersi, di difendere la sua nazione, il suo popolo e il suo operato. E lo ha fatto anche durante l'incursione georgiana in Ossezia del Sud nell'estate del 2008 quando ci furono gli sconfinamenti a colpi di bombe, da parte dell'allora premier georgiano Saakasvihili (formatosi alla scuola di Washington).
Ora hanno deciso di scatenargli addosso una pericolosa guerra finanziaria col rublo che ha perso il 46% rispetto al dollaro, allo scopo di impoverire, fiaccare e demoralizzare la popolazione. Qui da Johnny Doe, un post dal titoloPetrolio, Oro, Dollaro. con annessi i risvolti finanziari speculativi intorno al ribasso del petrolio.
Nel corso della conferenza stampa annuale di fine anno Putin ha assicurato che la banca centrale e il governo stanno adottando le misure adeguate per sostenere il rublo. Ha dichiarato inoltre che la banca centrale non sprecherà le riserve in valuta estera per sostenere il rublo ma che l’attuale livello di tasso di interesse non sarà lo stesso per tutta la durata della crisi economica. Nei primi 10 mesi il Pil del Paese è comunque cresciuto dello 0,6-0,7% e, nonostante le turbolenze (procurate ad hoc) dei cosiddetti "mercati". Putin ha assicurato che le entrate saranno superiori alle spese e che pertanto diversificherà gli investimenti . L’economia russa sta prendendo la strada della recessione complice un mix di bassi prezzi del petrolio, sanzioni occidentali per la crisi ucraina e problemi economici globali.
«È possibile che il prezzo del petrolio scenda ancora - ha proseguito Putin -, ma la nostra economia uscirà da questa situazione in due anni, abbiamo riserve di denaro sufficienti, e il rublo si riprenderà».Ovviamente ha cercato di dare iniezioni di fiducia al suo popolo che lo sostiene a stragrande maggioranza. La crisi in Russia è il risultato dell’annessione della Crimea?
«No, del desiderio dei russi di difendere la loro sovranità», ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, accusando l’Occidente di voler incatenare l’orso russo anche se questo si nutrisse solo di miele e bacche. «Abbiamo cercato di aprirci all’Occidente, ma siamo stati respinti», ha affermato Putin citando, oltre a quanto accaduto in Russia dopo il crollo dell’Unione sovietica, il sostegno dell’occidente al terrorismo nel Caucaso, «lo sforzo senza precedenti» messo in atto contro i preparativi dei giochi olimpici di Sochi. (fonte Corsera ).
E anche sulla questione ucraina non ha dubbi:" I nostri partner hanno deciso che loro sono un impero e tutti gli altri i loro vassalli da schiacciare». Poi ha dissipato dubbi circa l'invio di truppe russe.
"Le persone che compiono il loro dovere seguendo il proprio cuore o che volontariamente prendono parte a combattimenti, compresi quelli nel sud-est dell’Ucraina, non sono mercenari», ha detto Putin rispondendo a una domanda del corrispondente a Mosca dell’agenzia ucraina Unian sulla presenza di russi a fianco dei ribelli ucraini.


